Nonviolenza e compassione nelle religioni dell’India attualità di un messaggio

La non-violenza (ahimsa), principio sia hindu sia jaina e buddhista, e la compassione, sentimento squisitamente buddhista, rappresentano il fondamento dell’attitudine verso se stessi, gli altri esseri umani e la natura elaborata dalla civiltà indiana fin dal V secolo a.C. Alla base di questa sensibilità, di cui si avvertono oggi acutamente l’esigenza e la nostalgia, è l’evidenza dell’unità dell’universo intero, dal mondo trascendente a quello ‘naturale’, e dell’interrelazione fra tutte le presenze e le parvenze che lo formano.

 

Questa attitudine è indagata nelle premesse iundiane e negli sviluppi attraverso testimonianze antiche e recenti, offerte sia da testi famosi come “Il canto del Signore” (Bhagavad Gita) o “La storia del principe Vessantara”, incarnazione precedente del Buddha, sia da grandi coscienze religiose e politiche come l’imperatore Ashoka (IV secolo a.C.) o il Mahatma Gandhi. L’intervento si conclude con una riflessione sui rapporti con il diverso e sull’attualità irrinunciabile della non-violenza nell’etica del mondo contemporaneo: per andare “oltre le mura”.


Ingresso libero, prenotazione gradita. Ricordate che in Opale si accede senza scarpe, grazie per la vostra cura.

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